Del Festival a Martina si è iniziato a parlare nei primi mesi del 1975.
Dall’intuizione di Grassi, come abbiamo visto nello scorso articolo dedicato alla nascita dell’idea della visione del festival, nasce così il Centro artistico «Valle d’Itria», fondato e presieduto da Alessandro Caroli insieme a diciannove soci.
Il tema del Festival di Martina Franca è sempre stato, come nella visione di Grassi illustrata nell’articolo precedente, l’inedito, cioè opere mai messe in scena per anni a causa di disparati motivi. Opere da riscoprire, da valorizzare, da riscattare.
Contemporaneamente, a due passi da Martina Franca, tra Locorotondo e Alberobello, nasce il Festival dei Trulli. Un fenomeno, quello della nascita di queste manifestazioni musicali nella Valle d’Itria, nella Murgia e in particolare a Martina Franca, che può inserirsi nel processo di «decentramento della cultura» che avviene fuori dai teatri lirici e dalle metropoli, avviato da Spoleto e altre realtà: Barga, Città di Castello, Stresa, Taormina.
Ma non solo: l’intento degli organizzatori è quello di accendere i riflettori sul progressivo spopolamento in atto nelle campagne della Valle d’Itria. Si calcola siano circa seimila i trulli abbandonati a quel tempo.
Un tema, quello dell’inurbamento, a cui si propone una soluzione di arte e bellezza: teatro, arti figurative e, soprattutto, concerti. Un seme da affondare nel terreno e far germogliare nel tempo.
Perché negli anni Settanta il teatro d’opera in Italia sta attraversando una crisi profonda, di sistema e di risorse. Inutile dire, quindi, che fantasticare su un Festival di musica lirica, peraltro nel Mezzogiorno, è un azzardo totale.
Ebbene, dopo mezzo secolo di storia, possiamo permetterci di affermare che quella del Festival della Valle d’Itria è stata una scommessa vincente che continua a vivere e evolversi al passo col tempo.