Per tre decenni, a partire dagli anni Ottanta, Guido Barbieri ha praticato la “nobile arte”, ormai decaduta, della critica musicale, scrivendo per i quotidiani Il Gazzettino di Venezia, il Messaggero di Roma, Liberazione e La Repubblica. Ha sempre affiancato alla critica militante due altre passioni: l’insegnamento di Storia della Musica nei Conservatori italiani e la presenza costante ai microfoni di Radio 3. All’inizio degli anni Duemila ha deciso però, dopo un lungo intarsio tra i due universi, di abbandonare l’attività giornalistica. Dall’inizio degli anni Duemila, infatti, pur senza trascurare del tutto il lavoro di storico della musica, scrive testi e libretti per alcuni dei maggiori compositori italiani. Esibendosi a volte nel ruolo di voce narrante, più spesso lasciando ad attrici ed attori di fama la realizzazione di opere, spettacoli e readings.
For three decades, starting in the 1980s, Guido Barbieri has practiced the now fallen “noble art” of music criticism, writing for the newspapers Il Gazzettino di Venezia, Il Messaggero di Roma, Liberazione and La Repubblica. He has always combined militant criticism with two other passions: teaching History of Music in Italian conservatories and a constant presence on the microphones of Radio 3. At the beginning of the 2000s, however, after a long inlay between the two universes, he decided to abandon journalism. Since the early 2000s, in fact, without completely neglecting his work as a music historian, he has written texts and librettos for some of the major Italian composers. Sometimes performing as a narrator, more often leaving the creation of operas, shows and readings to famous actresses and actors.