Primi dettagli sul programma della 48ª edizione del Festival della Valle d’Itria 2022 preparato dal nuovo direttore artistico Sebastian F. Schwarz

Primi dettagli sul programma della 48ª edizione del Festival della Valle d’Itria 2022 preparato dal nuovo direttore artistico Sebastian F. Schwarz

A Martina Franca, dal 19 luglio al 6 agosto 2022, Delitto e castigo di Pedrollo, Beatrice di Tenda di Bellini, Opera italiana di Campogrande e Il Xerse di Cavalli

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Sarà il primo cartellone firmato dal nuovo direttore artistico Sebastian F. Schwarz quello per la 48a edizione del Festival della Valle d’Itria, a Martina Franca nel consueto periodo estivo, dal 19 luglio al 6 agosto 2022.

Quattro titoli d’opera, per un percorso storico che va dal Seicento alla contemporaneità: pagine rarissime come quelle di Arrigo Pedrollo e della sua opera Delitto e castigo (1926) insieme a lavori anch’essi poco frequentati ma di compositori più noti, come Beatrice di Tenda (1833) di Bellini e Il Xerse di Cavalli, quindi la prima assoluta di Opera italiana di Nicola Campogrande (2010).

Al via un progetto di collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Bari, i cui allievi proporranno le illustrazioni per i materiali di comunicazione del 2022.

«La prossima edizione del festival della Valle d’Itria – commenta il presidente Franco Punzi – avvia una nuova fase storica della manifestazione pugliese, inaugurando la direzione artistica di Sebastian F. Schwarz nel segno della continuità rispetto ai nostri valori caratterizzanti: la riscoperta di titoli operistici e pagine musicali rare o sottovalutate, l’attenzione per le versioni integrali e le edizioni critiche, la fedeltà agli intenti dei compositori. Insieme a un’anteprima del programma siamo anche lieti di annunciare il ritorno del teatro verdi di Martina Franca fra i luoghi del festival. In vista dell’edizione n. 50, sono sempre più importanti i rapporti di collaborazione con le istituzioni culturali pugliesi, con le amministrazioni locali e con un nucleo sempre più qualificato di sponsor e mecenati».

«Colgo l’occasione di questa anteprima per ringraziare di cuore la Fondazione Paolo Grassi per la fiducia accordatami con questo prestigioso incarico. Accetto la sfida – afferma il direttore artistico Sebastian F. Schwarz – consapevole della responsabilità che ho dopo la programmazione realizzata dagli stimati colleghi che mi hanno preceduto. Continuerò a rimanere fedele al DNA del Festival, perché non esiste bene più prezioso per un’artista che la curiosità, sentimento che voglio contagiare al pubblico dei prossimi anni. Oggi iniziamo a svelare i titoli principali, i direttori e i registi dai quali ritengo emerga già l’emozionante viaggio nel tempo che potrete intraprendere insieme a noi».

La serata inaugurale della 48ª edizione, fissata per martedì 19 luglio nell’Atrio del Palazzo Ducale di Martina Franca, svela la prima rarità del 2022: Delitto e castigo, dramma lirico del compositore vicentino Arrigo Pedrollo (1878-1964) su libretto di Giovacchino Forzano dall’omonimo romanzo di Fëdor Dostoevskij: un lavoro che, dopo il debutto alla Scala nel 1926, è stato ripreso alla Fenice nel 1953, e che ben rappresenta lo stile dell’autore immerso nella temperie culturale italiana degli anni Venti, guardando tanto all’eredità ottocentesca e wagneriana quanto alle “novità” francesi. Sul podio Jan Latham Koenig mentre la regia è affidata a uno dei maestri del nostro tempo, David Pountney. «Dedicandomi in questi mesi al bicentenario della nascita di Dostoevskij (1821-2021) – aggiunge Sebastian F. Schwarz –, mi sono soffermato sul romanzo Memorie dalla casa dei morti che, come altri testi dello scrittore russo, è diventato soggetto di opere. Ho quindi notato che anche Delitto e castigo era stato trasformato in un’opera ma da un compositore a me sconosciuto: così ho scoperto la partitura di Pedrollo, che ha avuto meno successo del dovuto perché nel 1926 non soddisfaceva il gusto prettamente verista dell’epoca mentre oggi è pronta a regalarci emozioni forti, ironia, contrasti e potenza drammatica».

Il secondo titolo è Beatrice di Tenda di Vincenzo Bellini (1833), opera poco eseguita del massimo compositore catanese, il cui catalogo è stato perlustrato con attenzione nella programmazione belcantistica del Festival della Valle d’Itria. Ultimo lavoro del sodalizio Bellini-Romani che proprio a causa della consegna in ritardo del libretto subì una brusca interruzione, è ispirato a una vicenda storica accaduta nei pressi di Milano all’inizio del Quattrocento. A Martina Franca Beatrice di Tenda sarà presentata in forma di concerto con il direttore musicale del festival Fabio Luisi sul podio.

L’atrio del Palazzo Ducale è il luogo della prima assoluta di Opera italiana di Nicola Campogrande, opera scritta tra il 2008 e il 2010, commissionata dal Comitato Italia 150 (in occasione delle celebrazioni per l’unità del Paese 1861-2011) per dipingere uno scorcio dell’Italia contemporanea. Per questo Elio, nelle inedite vesti di librettista, ha concepito insieme a Piero Bodrato una vicenda che si svolge in tre momenti fondamentali della storia recente: gli anni Sessanta e Settanta, gli anni Ottanta e il presente. Podio e regia sono affidati a due interpreti che si stanno affermando in questi ultimi anni, Alessandro Cadario e Tommaso Franchin. «Per Opera italiana – afferma Campogrande –, ho composto una musica allegra e intensa, che alterna momenti di assoluto divertimento a pagine nelle quali dominano l’amore, la passione, in qualche caso il dramma. Una musica con melodie, armonie, ritmi e soluzioni strumentali che permettono agli interpreti di esprimersi, di divertirsi e di entrare in relazione con il pubblico. Continuo infatti a pensare che un compositore, oggi, possa andare oltre l’esperienza un po’ punitiva delle vecchie avanguardie e lavorare a un presente (e forse a un futuro) nel quale la musica torna a essere un piacere per le orecchie e per il cuore, oltre che per il cervello».

Novità 2022 è il ritorno, dopo alcuni anni, della programmazione del festival al Teatro Verdi di Martina Franca fresco di restauri, dove andrà in scena Il Xerse di Francesco Cavalli (1655) nella nuova edizione critica di Sara Elisa Stangalino e Hendrik Schulze per Bärenreiter. Con questo impegnativo titolo barocco, continua la collaborazione del festival con Federico Maria Sardelli, specialista del barocco italiano, scrittore e interprete di primo piano. La regia è affidata invece al martinese Leo Muscato che torna “a casa” dopo aveva firmato Le braci di Marco Tutino nel 2015.

Il programma completo modellato dal nuovo direttore artistico, con alcune novità accanto agli immancabili appuntamenti in masseria, gli artisti coinvolti e la vendita dei biglietti saranno resi noti nei prossimi mesi, rispetto anche alle disposizioni normative sullo spettacolo dal vivo in relazione all’emergenza sanitaria.